Da Somma “Civico 1”, l’associazione che vuole essere davvero inclusiva

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Domani, venerdì 24 luglio 2020, nella splendida cornice del chiostro del complesso monumentale di Santa Maria del Pozzo in Somma Vesuviana, alle ore 20.00, dopo aver fatto tappa a Saviano il 3 luglio scorso, verrà presentata l’associazione culturale “Civico 1”. Un modo diverso per affermare la sete di aggregazione civile, spesso inevasa, che si vive da molte parti del vesuviana e della pianura nolana.


Recita l’incipit che accompagna la presentazione a Somma Vesuviana di “Civico 1”: «Il tempo difficile determinato dall’emergenza pandemica ha significato uno stravolgimento dei ritmi di vita e delle economie su scala globale e locale, ha messo in luce la necessità di un nuovo rapporto ed equilibrio con l’ambiente e il territorio, insieme alla necessità di prendersi cura della collettività e di sentirsi responsabili (to cure – to care) delle relazioni sociali, economiche e culturali delle nostre comunità».

L’intento vale la premessa che l’associazione culturale Civico 1 mette in evidenza nell’ambito tracciato delle linee guide evidenziate nello statuto. Uno statuto chiaro:

“Civico 1” nasce come laboratorio di idee e proposte, inclusivo, di ascolto e confronto dialettico e critico su temi che interessano la nostra vita quotidiana, sia come singoli sia come comunità.

Un nobile ma difficilissimo obiettivo che a raggiungerlo appare tutte le volte impossibile in un territorio fatto di troppi e tanti individualismi, di personaggi che si creano, spesso con la politica o le con le associazioni di varia natura, un modo per scalare gli spazi pubblici, professionali o sociali. Dove i partiti, le liste civiche, le associazioni diventano (quando non nascono proprio per questo) cerchi chiusi, caste, oligarchie, elite piccolo borghesi senza riuscire minimamente a includere davvero. Somma Vesuviana come Sant’Anastasia, Ottaviano come San Giuseppe Vesuviano, Saviano come Nola e tanti altri agglomerati urbani del vesuviano e del nolano nei quali lo spazio della partecipazione è relegato ai pochi che spesso occupano, per anni, i luoghi deputati alla costruzione paziente di modelli di convivenze comunitarie. Poi ci si è messa, da ultima, l’esperienza di una pandemia che ha mortificato ulteriormente lo spazio delle aggregazioni sociali, culturali, umane.

Riuscirà Civico 1 ad essere davvero inclusivo e ad affermare un nuovo modello d’aggregazione? «Siamo consapevoli – affermano intanto i due fondatori Sandro Tafuri e Giuseppe Auriemma – della crisi e della lunga transizione culturale, politica ed economica che stiamo attraversando, acuita dalla pandemia e dalle gravi difficoltà dei mercati e delle economie europee e mondiali. Le nostre comunità locali sono state messe sotto stress sotto ogni profilo e molte piccole imprese vivono grandi affanni per una ripartenza ancora da dispiegare nella sua completezza. È assolutamente vitale, quindi, un’attenta riflessione sui contesti e sulle mille possibilità e ricchezze che i nostri territori possiedono. Abitare questa possibilità è credere che dalla crisi attuale si possa uscire solo tutti insieme, cercando un cambio di sistema nelle nostre azioni, pensando con fiducia al nuovo futuro da creare, partendo dalle molteplici opportunità che vivono intorno a noi e dentro i nostri contesti sociali, tenendo maggiormente conto delle fragilità e povertà esistenti. Occorre tenere insieme sviluppo e welfare, non possiamo disgiungere la ripresa economica da quella esistenziale, perché le imprese e le industrie sono fatte da persone, che non sono comprimari ma titolari del rilancio».

Per Civico 1 la ripartenza ha bisogno di un metodo che proponga lo studio, la ricerca, l’ascolto, quali percorsi fondamentali per  sviluppare e soprattutto recepire proposte mirate a creare  una visione di insieme che consenta di vivere, appunto, insieme, ovvero in simbiosi con l’ambiente, perché l’uomo e la natura non possono mai essere separati.

Ricreare un equilibrio tra uomo e territorio, partendo dalla metodologia multidisciplinare e dalla condivisione delle esperienze positive presenti sul territorio, mettendo al centro le competenze, può determinare il raggiungimento di una nuova normalità, supportata dalla costruzione di una cittadinanza green che permetta di sviluppare progetti d’ampio respiro.

«Civico 1 ritiene la partecipazione lo strumento fondamentale per  valorizzare le risorse umane, sociali e culturali nel quadro di una strategia sostenibile mirata al recupero delle risorse naturali, ma soprattutto mirata a costruire equilibrio ed equità».

La pandemia ha tracciato il perimetro di una nuova scelta, un cambio di paradigma e una nuova prospettiva: questo è il momento di invertire la rotta. Facciamolo nel più breve tempo possibile e, soprattutto, facciamolo insieme. Per ricostruire una piena rinascenza, quindi, sono necessari valori e persone, la rinuncia all’improvvisazione, la mobilitazione di competenze specifiche, delle migliori risorse umane, spirituali, associative e professionali, la visione di opportunità, la capacità di realizzare nuove iniziative che mobilitano le nostre ricchezze e la nostra storia, anche per far crescere l’incoming turistico e la valorizzazione dei beni culturali materiali e immateriali. Attivare processi di cambiamento insieme ai massimi livelli di sostenibilità ambientale. Coinvolgere le nuove generazioni, nuove energie capaci di utilizzare al meglio gli strumenti informatici, dei device digitali, attivando percorsi di formazione per l’utilizzo creativo delle nuove

Domani alla presentazione di Somma Vesuviana saranno presenti i fondatori ed il primo nucleo di associati, insieme alle istituzioni e rappresentanti di realtà locali e associazioni del territorio.

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