Giuseppe Fontanarosa, le emozioni del volto umano di un artista da seguire

Dalla fine di settembre sono in mostra alcune delle opere dell’artista Giuseppe Fontanarosa presso “Granstudio” lo spazio espositivo che Valeria Granata, giovane e valente architetto anastasiana, ha aperto dello scorso giugno per ospitare idee, opere d’arte, artisti, temi, professioni e professioniti presso corso Umberto I al civico 152 in quel centro urbano e storico di Sant’Anastasia. Porticese  quarantenne, Giuseppe Fontanarosa è un talento di sicuro successo che espone in giro per l’Italia e che a Sant’Anastasia porta la forza dei suoi ritratti e molto altro.

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Si chiama Giuseppe Fontanarosa l’artista e pittore, di origini porticesi, che ha firmato una sua esposizione personale presso gli spazi di “Granstudio” il luogo che la giovane Valeria Granata, architetta napoletana di grande valore ha aperto dal giugno scorso. Sulle pareti bianche degli spazi che Valeria Granata ha saputo sapientemente riportare in vita dall’oblio del decadimento nel quale versava la struttura che è all’inizio di corso Umberto I venendo da Madonna dell’Arco verso il centro storico di Sant’Anastasia. E le opere di Giuseppe Fontanarosa non potevano esprimere meglio la sintonia che li lega al luogo: esaltazione di una bellezza che vuole dare emozioni senza fronzoli.

Perché l’essenziale della vera bellezza travalica ogni tipo di confine, ammutolisce ogni parola vana, rimarca ogni territorio pur non avendolo mai abitato. I volti “deformati” di Giuseppe Fontanarosa sono un invito a conoscere l’altro che non appare mai così come si vede e come gli occhi del corpo lo possono delineare dandogli forma e profilo. L’altro, nei ritratti di Giuseppe Fontanarosa è sempre una frontiera, ha le sue pieghe, i suoi misteri, i suoi orizzonti. La personale del giovane e poliedrico artista porticese, che si dedica ai quadri come alle canzoni, annovera opere che potrete vedere fino alla fine di dicembre sotto un titolo altrettanto accattivante: BY che sta per Becoming You ed invita, appunto, a ritrovare se stessi, a liberarsi dal brusio di un mondo che ci pervade, ci travolge, ci rende confusi. Geniale, lucido, estremo da sembrare minimalista, Giuseppe Fontanarosa ha un vero talento che è ancora più lodevole se di pensa che le sue opere arrivano dalle mani e dal genio  di un autodidatta, come lui stesso si dfinisce, “folgorato” dalla bellezza delle tele e dai materiali più diversi che egli riesce ad usare (acquerelli, vino rosso e caffè, matite e molto altro) quasi a sperimentare fin dove un’opera d’arte può arrivare. Quasi come fossero foto di reportage, servizi fotografici di attori o di musicisti, volti noti o meno, la rete è solo un pretesto.

A partire dal manifesto dell’evento che si protrarrà fino alla fine di dicembre, appare a tutto tondo la provocazione che l’artista vuole condividere con il pubblico. Chi siamo, quale parte di noi può essere riconosciuto tale da identificarci se nemmeno il viso ha contorni precisi. Giuseppe Fontanarosa propone un percorso che non è solo filosofico ma diventa antropologia della percezione, il senso stesso dello stare al mondo e rimescola le emozioni che il visitatore non può non trovare se si ferma davanti ad una delle sue opere in mostra a Sant’Anastasia. Con ingresso gratuito, Valeria Granata medita che in questi giorni di novembre e dicembre gli anastasiani, ma non solo, abbiamo un momento e l’attenzione che merita la personale di Giuseppe Fonatanarosa, artista a tutto tondo che, a dispetto dei soli ultimi tre anni, durante i quali ha dedicato alla pittura il suo tempo, si rivela un talento che non può non proseguire lungo una direzione di marcia che, siamo sicuri, sarà capace di portare molte soddisfazioni.

In questo cortometraggio, assieme a Valeria Granata che racconta il suo “Granstudio”, Giuseppe Fontanarosa ci aiuta a capire le sue opere e la cifra stilistica dell’arte che lo anima.

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