Il linciaggio a cui è stato sottoposto Michele Piccolo

Domenica 8 ottobre scorso, cinque punti vendita dei supermercati Piccolo hanno sperimentato, per la prima volta in questo periodo dell’anno, l’apertura pomeridiana. E’ bastato l’annuncio sulla pagina pubblica dell’azienda Piccolo e si sono scatenati decine di messaggi d’insulto, anche personali, verso Michele Piccolo.

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Quest’anno la festività del Santo Patrono d’Italia, Francesco d’Assisi, è arrivata di giovedì. Quel giorno, giovedì 4 ottobre, dagli uffici dell’azienda dei supermercati Piccolo hanno postato la comunicazione sulla pagina pubblica di facebook che cinque punti vendita (Sant’Anastasia – via Starza, Pomigliano d’arco, San Vitaliano, Camposano e Sarno) sarebbero rimasti aperti, a partire da domenica 8 ottobre anche di pomeriggio e fino alle 20.30. Per i quasi ventottomila utenti che seguono la pagina con molto entusiasmo la notizia è stata colta come una normale ed utile “comunicazione di servizio” per clienti, già abituati, in tanti altri centri e supermercati, negozi ed altri brand a trovare gli esercizi commerciali aperti la domenica pomeriggio. Eppure, quella che poteva sembrare una possibilità in più per i clienti ha scatenato, come spesso accade sui social, un vero e proprio linciaggio, questa volta, ai danni dell’azienda Piccolo e della decisione intrapresa.

La maggior parte dei messaggi, scritti da persone che, nemmeno per un istante, hanno avuto la decenza di raccogliere informazioni più precise e dettagliate, ha preso di mira la storica azienda vesuviana e, persino, il suo fondatore, l’imprenditore Michele Piccolo, che in tante occasioni si è adoperato per gesti d’altruismo e di attenzione al territorio. Non sapevano, gli incauti internauti, così pronti a vestire i panni dei giustizieri, prima di scrivere le loro invettive, né si sono preoccupati di sapere dopo aver scritto i loro feroci commenti, che l’apertura domenicale e pomeridiana presso i cinque punti vendita dei supermercati Piccolo avrebbe coinvolto solo il 15% dei circa 600 dipendenti che conta in totale l’azienda. E che quel 15%, che in maniera volontaria offre la propria disponibilità la domenica pomeriggio, riceverà un extra giornaliero, sulla paga dello stipendio, di 50 euro. I feroci e pronti internauti hanno scritto di tutto e di più. La solerte cittadina che risponde al nome di Nunzia Carmine Romano ha scritto:

Intanto il Sig Michele Piccolo mangia a casa con la famiglia e i suoi schiavi lavorano x lui e la sera la sua tasca sarà sempre piena. ..e qll dei dipendenti sempre la stessa. ..vergognatevi. ..nel 2017 esiste ancora lo sfruttamento dei lavoratori”. .

Un’altra “passionaria” più prudente di nome Anna Adele Celardo ha, invece, scritto:

“Purtroppo sono i tempi che cambiano!!!meschini quelli che andranno a fare la spesa di domenica? ???tesoro io lavoro dalle 8 alle 20 non stop tutti i giorni quindi la spesa la farò di domenica!!!e poi ragazzi le domeniche non sono tutte dentro e gli operai sono retribuiti regolarmente e hanno tutti i diritti! !!!!nelle grandi metropoli e na vita che di domenica sono aperti”

La rassegna di tutti gli interventi, arrivati a superare i duecento con ben 137 condivisioni, supera di gran lunga la decenza. Il tono e la veemenza delle parole cambia ovviamente da soggetto a soggetto ma i bersagli sono gli stessi: l’azienda e l’imprenditore Michele Piccolo. Tale Mariano Di Leo scrive, per esempio:

Siete veramente PENOSI.
Il rispetto per i lavoratori non sapete proprio cos’e, nel 2017 siamo ancora alla schiavitù
V E R G O G N A supermercati Piccolo!!!

Un tripudio di insulti, di esortazioni a boicottare i negozi che aprono la domenica pomeriggio. Ogni tanto il timido ravvedimento di qualche altro utente di facebook che cercava di aprire il dibattito. Resta il fatto che il social è il luogo migliore per sfogare i propri odi e che proprio sul social, spesso, orde di “imbecilli” come scriveva Umberto Eco, qualche mese prima di morire, si sentono in diritto di vestire i panni dei giustizieri, dei vendicatori, dei difensori di coloro che ritengono più deboli e più indifesi. Umberto Eco, che non era certo uno sprovveduto né era nemico della democrazia o del diritto ad esprimersi non esitò ad esprimersi attorno al fenomeno del branco che inveisce senza documentarsi grazie all’uso dei social …

«I social media danno diritto di parola a legioni di imbecilli che prima parlavano solo al bar dopo un bicchiere di vino, senza danneggiare la collettività. Venivano subito messi a tacere, mentre ora hanno lo stesso diritto di parola di un Premio Nobel. È l’invasione degli imbecilli».

Questa volta a farci le spese è stato l’imprenditore Michele Piccolo impegnato, nel frattempo, a garantire il lavoro per decine di persone e per le loro famiglie. Raggiunto tante volte da politici, sindaci, ex sindaci, associazioni ed enti che cercano supporti, sostegni (spesso anche economici) sponsorizzazioni, posti di lavoro e molto altro, l’imprenditore anastasiano, non è abituato al clamore dei social né della rete. Ma intanto ha dovuto sorbirsi la reazione della rete che da una legittima riflessione che poteva proporre ha scatenato l’insulto anche personale.

In tante altre occasioni la rete presenta la faccia feroce di chi, senza nessuno ritegno, si aggrega al “branco mediatico” per insultare ed offendere senza avere la minima idea della vita e dello stile di coloro che insulta. Emblematici ed estremi sono i casi di coloro che, insultati, non hanno resistito alle offese arrivando di fatto all’esasperazione. Non sarà certamente il caso di Michele Piccolo da tempo, comunque, prestatosi suo malgrado ad un “ruolo pubblico” poiché a capo di un’azienda assai nota nel settore e tra i cittadini vesuviani. Ma l’inclinazione della rete a far parlare tutti su tutto resta un grande abbaglio di quella che tutti sognano e chiamano “democrazia” e partecipazione di tutti.

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