Francesco, la gioia e le stimmate nel mese a lui dedicato anche a Sant’Anastasia
Dovremmo togliere Francesco d’Assisi e tutta la sua esistenza dalla fitta rete di retorica e “buonismo” dentro la quale è stato ingabbiato da chi, pensando di esaltarlo, gli ha fatto solo un danno. Preti, frati, studiosi, suore, bigotti, artisti, pittori o fedeli zelanti ma anche la Chiesa stessa ha infilato Francesco dentro l’incipit di un messaggio talvolta semplicistico facendolo apparire al pari di un fanatico che farneticava cose irreali. E invece Francesco è sofferenza, pathos, dilemma, incertezza e fragilità, forza e visione. Ed anche lo stesso mistero che porta dentro ogni uomo e donna. Aveva riavvolto bene il nastro del suo film Liliana Cavani. Eppure anche lì sembrava illogico rotolarsi nudo sopra strati di neve. L’oleografia di compianto Zeffirelli ci aveva già dato il volto e la trama di un Francesco mistico e romantico. Non che non sia anche tutto questo. Ma quel che appare a prima vista del santo di Assisi è sempre parziale. Si tratta davvero di una vita e una figura complesso vissuta 800 secoli fa eppure ancora attualissima. Un vero unicum in quel medioevo dipinto a tinte fosche. A Sant’Anastasia il mese di ottobre è dedicato a Francesco in occasione della festività che ne ripercorre il transito (il 3 ottobre) e la sua morte/rinascita al cielo (il 4 ottobre). “Ottobre Francescano” da anni, soprattutto quando le parrocchie erano assai frequentate da ragazzi e ragazze, per opera dei frati conventuali della chiesa di Sant’Antonio è stato negli anni un mese di riflessioni e di iniziative. A volte proficue e ricche di spunti ed interventi di grande rilievo. Altri anni piuttosto scarne per temi ed obiettivi. Ad ogni modo va lodato almeno lo sforzo anche quando quando il tono è minore. Intanto da una monografia ben fatta val bene riportare le voci…
Frate Francesco è storia e leggenda. Una leggenda che comincia molto presto, ben prima che il Poverello fosse riconosciuto santo, nel 1228, appena due anni dopo la morte. Per la tomba di Francesco, nella sua Assisi, veniva edificata una grandissima e mirabile basilica espressamente elevata in suo onore, se non proprio contro quanto meno al di là delle sue prospettive e del suo volere: lui, che in vita non aveva mai consentito che si costruissero neppure umili chiesette nei conventi di quella sua fraternitas divenuta poi ordine. Ma come non potevano fiorire leggende dalla vita di Francesco, che di tutto il Creato e soprattutto del Creatore era così innamorato, e viveva questo amore ogni giorno, ogni ora, ogni momento? E che così pregava: «Tu sei trino e uno, Signore Iddio degli dèi. Tu sei il bene, tutto il bene, il sommo bene, Signore Iddio vivo e vero. Tu sei amore, carità. Tu sei sapienza. Tu sei umiltà. Tu sei pazienza. Tu sei bellezza. Tu sei sicurezza. Tu sei la pace. Tu sei gaudio e letizia. Tu sei la nostra speranza. Tu sei giustizia». Lo si è ricordato con una monografia a 800 anni dalle stimmate, il 17 settembre 1224.
L’editoriale è del cardinale Pierbattista Pizzaballa, patriarca di Gerusalemme dei Latini, frate minore e per oltre dieci anni Custode di Terra Santa: un ritratto di Francesco e dello spirito del francescanesimo e l’attualità del suo messaggio di pace per la Terra Santa.
La monografia si apre con un contributo di Franco Cardini sul mistero di Francesco, tra storia e leggenda, e prosegue con un inedito di madre Anna Maria Cànopi su Francesco e Chiara “innamorati di Cristo”. Ancora Cardini ci porta tra i luoghi più significativi della storia di Francesco. Timothy Verdon dedica il suo testo al parallelismo tra la lettura della vita del santo offerta da Bonaventura da Bagnoregio nella Legenda Maior e gli affreschi di Giotto ad Assisi, che di quel testo sono una “trascrizione” visiva. Dalla basilica di Assisi si muove anche Maria Antonietta Crippa per raccontare l’architettura francescana, innovativa ma non sempre in linea con gli ideali del fondatore. Spetta a Elena Pontiggia offrire una rassegna dell’iconografia delle stimmate. Davide Rondoni legge da poeta il Cantico delle creature, la cui eco si riverbera nella musica ispirata dal santo nei secoli, tema trattato da Andrea Milanesi. Carlo Ossola si sofferma sul significato dello scandalo della povertà, “presa in sposa” da Francesco. Alessandro Zaccuri racconta la fascinazione del cinema per il Poverello e infine Antonio Musarra offre una bibliografia ragionata degli studi più recenti sulla figura del santo di Assisi.
Chiudono il numero le rubriche “Homo viator” di Franco Cardini, “I volti dell’annuncio” di Maria Gloria Riva, “Amicizie” di Antonia Arslan.
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