Qualcuno sospetta che sia stato negli anni bui di Sant’Anastasia, quelli delle mazzette, quando è partita l’inclinazione (furbata, privilegio, accordo sottobanco o connivenza) a “regalare”, in cambio di voti, favori, servizi garantiti e mazzette, aree, spazi, angoli e luoghi pubblici a privati che avrebbero dovuto adoperarsi, oltre che per la loro attività privata di profitto legittimo gestita in questi luoghi, anche per accrescere quel minimo tratto di cura e di accessibilità utili a dare a quelle aree una sempre maggiore e più efficace fruizione “pubblica”. Alla fine è accaduto che, pur essendo quelle aree pubbliche, sono diventate nel concreto e nella pratica, aree private al servizio di quelle attività e di chi li conduce che si è messo a curare solo il proprio interesse. Altri dicono, invece, che tipi di accordi così sono un ottimo modo per ricuperare a decoro spazi della città altrimenti abbandonati a loro stessi se funzionano davvero e se non si chiedono mazzette, favori o altri servigi ai privati a cui si affida in modo che dopo li si possa costantemente controllare per fare in modo che rispettino sempre il contratto di affidamento stipulato con il pubblico. Accade così che l’area pubblica (per anni abbandonata) che c’era dove oggi c’è il London Park (lodevole iniziativa imprenditoriale) sia diventato di fatto però un’area privata in tutto e per tutto pur avendo lasciato la scritta fuori (pur se minuta) “parco pubblico”. Privato nella scelta negli orari di accesso, nella occupazione degli spazi, nella gestione di eventi, nella percezione dei luoghi, nella mancanza totale di un controllo che tuteli il contratto stipulato all’epoca tra l’ente pubblico e il soggetto privato. Analogo destino è toccato ad altre aree pubbliche che, di fatto, pur restando pubbliche sono oggi usate in modo esclusivo da privati senza che questi privati paghino un fitto congruo alla pubblica amministrazione. Stessa identica sorte, con tanto di strascico giudiziario, è toccato anche al Boschetto Tortora Brayda se si considera l’accesso da via Romani dove le parti rimaste pubbliche sono abbandonate a loro stesse e quelle affidate ad uso privato sono d’impatto. Una battaglia civile per la quale si sono impegnati diversi soggetti, cittadini ed associazioni, in questi anni. Ma la riflessione va fatta su scala generale. Quanto è riuscita l’idea di affidare a privati aree e spazi pubblici con bandi scritti in un modo e realizzati in un altro? E quanto pagano oggi coloro che usano quegli spazi pubblici come se fossero loro proprietà private? Nella riflessione occorrerebbe mettere anche l’occupazione di suolo pubblico che, in tanti casi, rimane abusiva e soprattutto un vero ostacolo per i diversamente abili che devono attraversare a piedi o in carrozzella la città di Sant’Anastasia.
Nel frattempo, sul tema Tortora Brayda, su quello che quel luogo potrebbe essere è partita l’dea di cui si è fatto promotore Antonio Sasso, già assessore all’ambiente con l’amministrazione del compianto Mario Romano a metà del lontano decennio novanta ma soprattutto coordinatore di una associazione molto attiva in questi anni sul tema dell’ambiente e della legalità. Antonio Sasso ha redatto un “Manifesto” per la valorizzazione del Parco e della villa Tortora Brayda che ha voluto condividere con destinatari diversi di una mail. “Cari amici, come forse già sapete, la nostra associazione neAnastasis sta cercando di costituire un Comitato civico il cui scopo è quello di promuovere la valorizzazione del Parco “Tortora Brayda”. Nel file allegato trovate qualche dettaglio in più sulle motivazioni di questo comitato e sulle sue finalità. E’ inutile dire che tra gli obiettivi del Comitato non ci sono secondi fini, tanto più speculazioni “partitiche” (si fa invece sempre politica quando ci si interessa del bene comune). Vorrei anche precisare che, anche se il seme di questa iniziativa proviene dalla nostra associazione, il Comitato sarà di fatto un’altra cosa e gestito dalle persone che intendono farne parte. Siamo in una fase delicatissima della storia dell’umanità se pensiamo ai grandi temi socio-ambientali che stanno sconvolgendo il nostro pianeta. Anche se la frustrazione è grande rispetto a problemi così grandi, molto , invece, possiamo fare per le cose che ci sono vicine. Il Parco Tortora Brayda è un pò un simbolo di un bene comune vicino che potrebbe diventare “altro” se solo ci fosse la volontà, di noi cittadini e delle forze politiche, per volerlo. Siamo però anche in una fase storica dove non basta più mostrare attenzione, sensibilità ed interesse ma occorre attivamente partecipare. Qui mi preme fare un appello a persone a me vicine, la cui sensibilità per questi temi è nota. L’appello che vi rivolgo è quello di aderire a questo Comitato. L’adesione al Comitato non richiede necessariamente un impegno gravoso ma questo darà forza anche a coloro che, più in prima linea, svolgeranno un lavoro operativo. Farlo, sapendo che dietro di loro c’è una comunità coesa ed interessata darà forza ed energia e può fortemente stimolare le forze politiche ad attivarsi. Pensiamo di procedere in questo modo: 1. invitare quante più persone possibile ad aderire a questo progetto. Anzi invito voi stessi a fare proprio questa iniziativa ed attivarvi per informare e coinvolgere altre persone a voi vicine. 2. dopo questa fase, presumibilmente ad inizio ottobre, vorremmo convocare un’assemblea cittadina in cui costituire formalmente il Comitato. 3. seguirà poi la fase più difficile, quella cioè operativa, in cui dovremmo riempire di attività e contenuti la vita del Comitato. Auspichiamo che tutto questo possa essere fatto con le idee e il contributo di voi tutti. Saluti, Antonio”.
Ed ecco di seguito il “Manifesto”:
Il Parco comunale “Tortora-Brayda“, adiacente ad uno dei più importanti ed antichi santuari della Campania (Madonna dell’Arco), è per Sant’Anastasia, e per i comuni limitrofi, una perla di grande pregio: il bosco ricco di alberi secolari e la villa annessa del 1600 costituiscono un bene che l’intera collettività anastasiana dovrebbe custodire e valorizare come quelli che il FAI (Fondo Ambiente Italiano) definisce luoghi del cuore.
La vita del Parco è stata caratterizzata da alterne vicende. Residenza di campagna della famiglia Tortora-Brayda sino alla metà circa del secolo scorso, successiva acquisizione da parte della cooperativa IDAS, poi esproprio da parte del Comune di Sant’Anastasia, vertenza giudiziaria sorta per il non perfezionamento di questo esproprio e, finalmente agli inizi di questo secolo, acquisizione definitiva al patrimonio del Comune.
In seguito a tale acquisizione, il Comune ha provveduto alla redazione di due progetti per la qualificazione del Parco. Il primo, di limitate estensione con ingresso da Via Romani, ha riguardato la realizzazione di aiuole, fontane, percorsi e un chiosco con bagni pubblici e che si è tradotto in seguito in un totale fallimento sia per l’illegalità compiuta dall’affidatario a cui era stato assegnato in gestione il bene, che per il degrado in cui attualmente versa. Il secondo progetto, che interessava la ristrutturazione della villa e la riqualificazione del restante Parco storico, non si è ancora realizzato.
Il gruppo promotore del Comitato per la Valorizzazione del Parco “Tortora Brajda” si rivolge a tutti i cittadini e alle associazioni che hanno a cuore il destino del Parco e che vogliono promuovere azioni a sostegno della cultura del bene comune.
Gli obiettivi del Comitato sono:
- Ripristino della legalità nel Parco, come impone la recente sentenza del Consiglio di Stato (epilogo dell’azione giudiziaria intrapresa dal Comune).
- Adozione di un piano di manutenzione straordinaria, seguito da una ordinaria manutenzione,che consenta un decoroso utilizzo degli spazi pubblici, rimuovendo barriere architettoniche che impediscono l’uso del Parco ai diversamente abili.
- Una efficace azione di vigilanza e controllo per la sicurezza degli ospiti del Parco.
- Una campagna di partecipazione collettiva per la realizzazione del progetto di riqualificazione funzionale della villa, dei sentieri e del patrimonio boschivo.
Per realizzare tutto ciò, è fondamentale la partecipazione dei cittadini e delle istituzioni. Pertanto, le azioni che il Comitato intende avviare sono:
- Manifestazioni di promozione e partecipazione collettiva per l’utilizzo dei beni collettivi coinvolgendo scuole, cittadini e associazioni.
- Dialogo e confronto continuo con a)le forze politiche presenti in consiglio comunale, b) la città metropolitana e c) la regione Campania affinché si possano reperire i fondi necessari per un progetto di riqualificazione radicale del Parco.
Il gruppo promotore per la costituzione del Comitato per la valorizzazione del Parco “Tortora-Brayda”