Gli anastasiani che stanno morendo

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A Sant’Anastasia si sta vivendo in questi ultimi anni, come del resto in molti altri luoghi della Campania e non solo, una serie di lutti che hanno colpito persone in giovane età. Si ferma il cuore con un infarto o cellule impazzite a causa del male del secolo attaccano il corpo e, in poco tempo, lo trafiggono. Così la città vesuviana è stata scossa, in sequenza, da una serie di morti improvvise a cui nessuno mai si può abituare.

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Sarà già da qualche anno che gli anastasiani vivono esperienze di lutto che coinvolgono persone in giovane età. Accade per infarto, perché colpiti dal male incurabile del secolo o per altre cause che assieme contribuiscono a diffondere in città un pensiero cupo. Si tratta di paura, talvolta di angoscia, di precarietà e desolazione che, a volte, è persino causa di depressioni latenti. Si trasmette, senza volerlo, ai più piccoli un messaggio di cupo grigiore, di pessimismo che non può non originare cattivi stati d’animo.

L’impegno a non farsi travolgere non è di poco conto. Vorremmo citare uno ad uno gli anastasiani che non ci sono più così come faremo sulle pagine dove in elenco diremo di tutti gli anastasiani, morti e vivi, e lo diremo nel modo migliore.

Se ne sono andati anastasiani di grande valore, come sempre accade ad un certo punto della vita e come sempre è accaduto lungo la storia. Ma l’idea che il tempo presente, così evoluto e progredito, abbia portato via vite umane così preziose e giovani mette inquietudine, ansia, fragilità. Dovrebbe essere l’epoca dove la vita si allunga, dove si sta meglio, dove le scoperte scientifiche migliorano la salute delle persone. Invece, nella terra dove si inquina, dove la camorra ha sversato rifiuti di ogni genere, dove ci sono tante voci d’allarme, le morti improvvise scavano un solco.

In mezzo ad uno scenario di fragilità dove i lutti in pochi mesi sono stati tanti, eppure non superiori ad altri luoghi della Campania o d’Italia, ci sentiamo di dire, per questo, agli anastasiani di ogni età, credo politico o condizione, di non cedere, di non prestare il fianco a pericolosi allarmismi, di non farsi inquinare la serenità, i sogni, l’ottimismo.

Ci pare il modo migliore per onorare la memoria di chi non è più. Non servirà a nulla amplificare le preoccupazione che le malattie peggiori incutono in ogni parte del mondo e della Campania. E anche quando si tratta di mobilitarsi contro le illegalità e i rifiuti tossici o i roghi, dobbiamo farlo al di là del panico che può creare la morte di qualcuno a noi caro, morto d’improvviso, morto giovane, morto di un brutto male. Abbiamo il compito di difendere la vita che abbiamo, la nostra salute e l’ottimismo per fare belle cose.

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